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NO AL BAVAGLIO!

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lunedì 25 gennaio 2010

Morire in ospedale al Sud come al Nord

E' un pò di tempo che ci è tornata in mente la dichiarazione del medico-cantautore Mimmo Locasciulli che, invitava gli italiani a riflettere su questo aspetto: "in Italia, quando si ha la sventura di entrare in un ospedale, si sa in che stato si arriva ma, non altrettanto si può sapere come se ne esce, quando va bene. Questione di fortuna." Non c'è da stare allegri in queto primo scorcio di 2010, nulla è cambiato anzi stando al "bollettino di guerra giornaliero" se possibile, la situazione è di gran lunga peggiorata: si muore in camera intensiva (neonati agli Ospedali Riuniti di Foggia) in autoambulanza (Bari), per negligenza nelle dimissioni ospedaliere (Pisa), si muore nei pronti soccorsi per mancanza di personale e del materiale ospedaliero. Una mattanza.. quasi quotidiana....
Per giudicare il grado di civiltà di un paese moderno si prende come termine di paragone, l'offerta da parte dello Stato e della pubblica amministrazione nei confronti dei cittadini-clienti, negli ospedali, nelle poste, negli uffici comunali per il rilascio dei documenti. L'Italia è carente in questi servizi e, a volte, non all'altezza dei più evoluti paesi europei. Rimanendo al problema della malasanità bisogna richiedere alcune cose al Governo: un maggiore investimento nella Sanità Pubblica (senza gettarsi nella illusione della privatizzazione ingiusta e antidemocratica perchè cancella il diritto per tutti alle cure; un'illusione che sta per essere abbandonata dall'Amministrazione del Presidente Obama), una nuova e moderna concezione nella costruzione dei nosocomi (purtroppo la grande maggioranza degli ospedali italiani è obsoleto, risalente alla fine dell'800); "un garante della salute, con l'obiettivo di verificare la qualità delle cure e dei servizi prestati dal Servizio Sanitario Nazionale" come suggerisce il Senatore Ignazio Marino (PD), chirurgo di fama internazionale.


http://www.ministerosalute.it/
http://www.cittadinanzattiva.it/



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