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NO AL BAVAGLIO!

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lunedì 25 gennaio 2010

Gian Valerio Lombardi Prefetto di Milano: "Qui la Mafia non esiste."

Lo "specchio dei tempi" che stiamo vivendo sono racchiusi nella secca dichiarazione del Prefetto di Milano: nella città, un tempo "capitale morale", nella Regione più sviluppata d'Italia, la Lombardia, "la Mafia non è mai esistita."
Ora, a parte il fatto che il Prefetto dovrebbe informarsi meglio su ciò che legge e, soprattutto leggere meglio le "carte processuali" dei Magistrati magari, a partire dall'inchiesta-madre, la famosa "Duomo Connection" di fine anni '70 dello scorso secolo.
Tuttavia questa pericolosa, falsa dichiarazione del Prefetto cosa significa? Cosa nasconde? A chi è indirizzata?
Per rispondere alla prima domanda dobbiamo indirizzare il nostro ragionamento verso questo "scivoloso" clima politico: volto a rovesciare ordinamenti costituzionali e ordinamenti di chi è deputato ad applicare le leggi. Sul secondo quesito invece c'è soltanto una spiegazione plausibile: parlando così, il Prefetto Lombardi vuole mettere "l'accento" su quanto scritto dalla relazione della Direzione Distrettuale Antimafia e delle Forze di Polizia, relazione che afferma in modo asciutto: "l'Expò 2015 è già oggetto di specifico interesse da parte delle associazioni criminali." Forse, il Prefetto ha preso un abbaglio, visto che la relazione parla di "associazioni criminali" e non di cosche mafiose e questo è bastato per rigettare la tesi, indebolire ancora di più, quei Magistrati schierati in prima fila contro i boss, nelle regioni del Sud ma anche a Milano? O forse il Prefetto cerca solo "visibilità" presso la casta di centrodestra al potere sotto la Madonnina e a Montecitorio sperando così in una fulgida carriera? Terzo ed ultimo quesito: siamo di fronte ad un "messaggio trasversale" per rassicurare la 'Ndrangheta e i referenti politici di Milano che tutto resterà come adesso: il denaro continuerà ad essere ripulito e reinvestito in Borsa, del resto il mercato della coca "tira" qui come in tutta Italia e in Europa, i calabresi possono tranquillamente continuare a "fissare" i prezzi della preziosa neve.
Soldi sporchi ripuliti grazie ad imprenditori del Nord. Con il denaro della coca, la 'Ndrangheta si infiltra in ogni segmento della città meneghina: dalla ristorazione alle discoteche, dall'edilizia alla Borsa.
Tutti i locali della movida sono in mano alle cosche e, da sempre, il ciclo notturno è proprietà dei clan.
Ma dove vive il Prefetto? Possibile che non ha occhi per vedere i 4000 cantieri aperti per rinnovare il "volto" della città in vista di Expò 2015? Non possiamo credere che al Dottor Lombardi sfuggano i nomi dei soliti noti: clan come Trovato e Flachi per quanto riguarda la movida, oppure, i clan Papalia-Barbaro che "prestano" le loro ruspe per il rinascimento urbanistico al pari dei Mandalari, Novella e Strangio. I morti eccellenti tra Marzo e Luglio 2008 non dicono nulla al Prefetto, o invece, sono stati dei "moniti" mandati dai boss dei clan a chi, come Carmelo Novella e Cataldo Aloiso non rispettavano gli "accordi", pretendendo troppa autonomia. A Milano si muore come a Reggio Calabria. In un anno nel capoluogo lombardo si sono contati 5 omicidi, l'ultimo, quello di Natale Rappocciolo è passato sotto silenzio, non riuscendo ad arrivare alle cronache. Forse è giusto così visto che si deve ragionare come il Prefetto Lombardi "a Milano la Mafia non esiste."
Vorremmo solo ricordare al Prefetto un pò di nomi: Calvi, Sindona, il delitto Ambrosoli, gli arresti eccellenti di gentiluomini come Luciano Liggio, Gerlando Alberti, Gaetano, Fidanzati, Stefano Bontate, tutti avvenuti all'ombra del Duomo.
Signor Prefetto: come spiega la presa di posizione dell'Istituto Mario Negri all'indomani della distillazione dell'acqua delle fogne di Milano: hanno calcolato un consumo di 12000 dosi di cocaina al giorno? Non risulta anche a Lei che la distribuzine della "polvere bianca" sia in mano alla 'Ndrangheta?
Le consigliamo di leggere meglio i rapporti la prossima volta.
Infine un appello a questo Governo sempre pronto a "lodarsi" sul "fare" e sulla "lotta alla Mafia": non pensano i Ministri Alfano, Maroni e soprattutto, il Presidente del Consiglio che quantomeno il Prefetto dovrebbe essere valutato sull'adeguatezza del suo ruolo.




Lor Signori non ritengono che questa affermazione del Dottor Lombardi sia grave, sbagliata e riporta indietro di anni la lotta alla Mafia?

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