DIFENDIAMO LA COSTITUZIONE



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NO AL BAVAGLIO!

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martedì 12 gennaio 2010

Diciamoci tutto, senza ipocrisia.

Questo spazio del Blog deve essere (e diventare nel tempo) un vero e proprio "spunto di discussione" ideato e scritto da donne per le donne. Qui dobbiamo dire tutto, senza ipocrisia: dobbiamo esternare (e possibilmente discutere) di tutte le problematiche al femminile, delle speranze come delle paure.
Dobbiamo consultarci e interrogarci sulle nostre aspetttive nel mondo del lavoro, negli hobbies, sulla società moderna, sul nostro essere moglie, madre e compagne.
Non possiamo più permettere che a nostro danno vengano commesse violenze psicologiche e fisiche; dobbiamo proporci di tornare noi, donne, protagoniste delle nostre esistenze.
Abbiamo ricevuto e pubblicato una poesia anonima di una giovane donna che rivendica, in tutto e per tutto, la "scelta" indipendente di vivere la sua vita, senza dover sempre giustificare ogni scelta: sia che si tratti della più giusta sia invece, che si tratti di quella più complicata e impopolare (per l'ambiente in cui si vive....).
Non siamo oggetti ma "persone" con un cervello, un cuore con delle sensibilità e delle emozioni: vogliamo solo rivendicare il nostro diritto "a mostrare" (senza eccessi....direi in modo naturale) la nostra femminilità, la nostra sessualità, le nostre libere idee in fatto di politica, diritti umani, vita sociale (senza essere "apostrofate" se mettiamo un vestito un pò più stretto o magari.....solo un pò più corto......).
Noi, di parole di donna non possiamo rassegnarci alla mediocrità di un Paese come l'Italia, un paese rassegnato, arretrato, triste che tratta le Donne come se fossero ancora lo "strumento finale" dei desideri, piaceri, magari tra i più scabrosi; del maschio-padrone.
Abbiamo un grande sogno: vivere, lavorare e amare, fare progetti, in un paese civile che non discuta sempre "contro" le donne. Vorremmo essere coinvolte nei "temi sociali" del Paese se, questi temi riguardano la nostra vita, il nostro corpo, il nostro sacrosanto diritto di amare (e quindi vivere) secondo i nostri princìpi di cittadini (come i maschi....): invece ci ritroviamo a vivere in un paese che nel 2010, vuole (a sentire le "voci" della sua non esaltante classe politica) governare e decidere (anche per noi) su come si debba usare o non usare la "pillola del giorno dopo"; una classe politica che torna a considerare come "male supremo" la Legge 194 facendosi scudo dietro i "princìpi cristiani". Invece, noi donne abbiamo bisogno di governi che abbiano a cuore le nostre problematiche; una su tutte: la maternità. Non può essere squalificante, per una società come la nostra, l'essere madre: dare la vita ad un altro essere umano. Scoprire di non essere tutelate in questa particolare fase della vita di ciascuna di noi: è scioccante. Oggi, in Italia, le giovani donne che intraprendono una gravidanza scoprono che nel mondo del lavoro, i loro "capi" (in genere uomini con nessun merito particolare) attuano una "rigorosa politica punitiva": scoprendo che le donne sono incinte le obbligano a dimettersi, licenziandole!
Così la donna è costretta a dipendere ancora dall'uomo-padrone: è a lui infatti che deve chiedere il permesso di poter diventare madre.
E'assurdo quel che ancora accade in questo Paese: essere costrette come donne a dover decidere tra il desiderio (del tutto legittimo) di diventare madre e la paura di perdere il diritto (altrettanto legittimo) a lavorare. Arrivati a questo punto, noi donne, dobbiamo porci una domanda: cosa abbiamo sbagliato se, nel terzo millennio di colpo, amaramente scopriamo che le nostre madri erano più attive e sapevano come rivendicare i propri diritti: nel '68, lottando per un "amore più libero" e poi con il "Movimento Femminista".
Se penso allo slogan che si ascoltava in quelle manifestazioni: "La figa è mia e la gestisco io!" davvero stento a credere che 40 anni dopo bisogna ricominciare.....Facciamoci tutte un esame di coscienza, senza ipocrisia.
Non aspettiamo i politici (mediocri e senza valori morali) che si facciano portavoci delle nostre esistenze ma essere noi stesse, le artefici dei nostri diritti, come cittadine libere, indipendenti, in un paese moderno e democratico ed europeo. Prendiamoci di nuovo il nostro spazio facendoci sentire nella società civile, nelle istituzioni, nel mondo del lavoro, in famiglia con i nostri compagni, mariti, amanti e i nostri figli.
Parole di donna è al vostro servizio per ospitare i vostri commenti su questo ed altri temi: con entusiasmo e speranza, senza ipocrisia che del resto mal si sposa con l'emisfero-donna.
Naturalmente siamo pronte ad ospitare tutti gli uomini che vorranno dare il loro contributo ai nostri forum: non abbiamo pregiudizi. Chiediamo solo, a coloro che volessero lasciare i loro personali commenti, di mettere da parte se ne fossero capaci, la loro ipocrisia e la supposta superiorità virile.
Ciao a tutte ( e a tutti).
                                                                                                           Daniela '70

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